Banca dati Battesimi


La banca dati: arco cronologico e ambiti territoriali

[Scheda a cura di Rolando Fasana e Mariangela Sempio]


Questa pagina permette di interrogare il data base contenente le informazioni rilevate dai registri di battesimo delle parrocchie della Cattedrale, di San Fedele e di San Donnino in Como (nonché delle antiche parrocchie ad esse unite) tra il 1830 e il 1866.

L'anno 1866 segna la data d'inizio dell'anagrafe civile del neo costituito Regno d'Italia; antecedentemente esisteva soltanto la registrazione anagrafico - sacramentale (battesimi, matrimoni, morti, cresime e stato delle anime), prodotta dalle singole parrocchie a partire dalla seconda metà del XVI secolo, secondo le prescrizioni del concilio di Trento[1]. Accanto a questa, nel periodo ottocentesco, segnatamente dalla Restaurazione all'Unità d'Italia, per le regioni del Nord comprese nel Regno Lombardo Veneto (del quale Como faceva parte), si trova anche la registrazione civile delle nascite, matrimoni e morti, imposta dal governo e delegata al parroco. Le fonti storiche a disposizione sono quindi doppie e sostanzialmente sovrapponibili, sebbene permangano alcune differenze contenutistiche conseguenti alle diverse finalità delle stesse. In particolare, se i registri ecclesiastici si prefiggono di annotare i battesimi celebrati in una data parrocchia in un dato anno, quelli civili contengono invece le nascite avvenute nella stessa parrocchia nel medesimo anno. Ne consegue che, laddove il registro ecclesiastico annoti un battesimo derivante da conversione adulta, il registro civile lo ometta; così come quest'ultimo contiene nascite di ebrei, protestanti, anglicani ..., che, al contrario, non riceveranno battesimo. Vi sono inoltre differenze intrinseche: di norma l'atto ecclesiastico descrive le generalità dei genitori (comprensiva delle ascendenze), la data e il luogo del loro matrimonio (se l'unione è legittima), le generalità altresì dei padrini e la loro provenienza. Il registro civile, oltre alle summenzionate, contiene notizie relative alla professione e al domicilio sia dei genitori del neonato sia, talvolta, dei padrini, l'indicazione dell'ostetrica presente al parto e la fede religiosa. Vi è infine la possibilità di rilevare annotazioni supplementari inerenti, ad esempio, alla morte precoce del neonato; la condizione di esposto al brefotrofio cittadino; l'eventuale successivo matrimonio; la variazione, l'aggiunta o il cambiamento del cognome a termini di legge.
Ne deriva la rilevanza e l'insostituibilità della documentazione esaminata, da tutelare anche attraverso un primo, elementare salvataggio della massa di dati ivi contenuta, feconda di informazioni inerenti alla storia della popolazione cittadina.

Si è deciso di iniziare la rilevazione dalla città murata di Como, per vari motivi: si tratta di un'area circoscritta, le cui fonti sono tutte conservate in un unico archivio (presso la collegiata di San Fedele), paradigmatica della storia cittadina (soprattutto nell'ipotesi che detto lavoro riesca in futuro ad estendersi fino a rilevare lo stato di fatto del XVI secolo) e già analizzata recentemente da storici quali Fabio Cani (I nomi della città), Matteo Gianoncelli e Stefano Della Torre (Microanalisi di una città. Proprietà e uso delle case della Città Murata di Como dal Cinquecento all'Ottocento, Como, New Press, 1984).
Le fonti di cui sopra, riferite cioè all'area della città murata e agli anni 1830 - 1866, sono quelle prodotte dalle tre parrocchie che allora comprendevano detto territorio: Cattedrale, San Fedele e San Donnino. Questo stato di fatto era seguito a successivi riordini e adeguamenti della giurisdizione parrocchiale, a partire dal 1788, anno in cui venne introdotto il "nuovo sistema parrocchiale" cittadino con decreto del Consiglio di Governo (16 gennaio 1788)[2]. Tale ordinamento riduceva a dieci le parrocchie della Città, Borghi e Corpi Santi, limitando a quattro quelle della Città, attraverso la soppressione di numerose antiche parrocchie. La sistemazione si concluse nel 1805, quando, con un decreto napoleonico, le parrocchie del centro città furono ridotte a tre con la cessazione di Sant'Eusebio ed il suo accorpamento alla Cattedrale. La situazione che si era determinata, e che perdura nel periodo da noi rilevato, vedeva quindi le tre parrocchie summenzionate comprendere e accorpare numerose parrocchie soppresse, trasformandole in chiese filiali: Sant'Eusebio[3], San Nazzaro, San Giacomo e San Provino riunite nella parrocchia Cattedrale; San Sisto[4], oltre alla chiesa del Gesù[5], riunite nella parrocchia di San Fedele[6]; chiesa di Santa Cecilia[7] nella parrocchia di San Donnino.
Dal punto di vista urbanistico la partizione territoriale delle tre parrocchie in oggetto vedeva una maggiore estensione per il distretto della parrocchia di Santa Maria Maggiore, seguita dalle parrocchie di San Fedele e di San Donnino[8].
Diamo qui di seguito un resoconto della toponomastica e delle delimitazioni del territorio delle singole parrocchie, sulla scorta di un documento del governo cisalpino del 1788 che ridefiniva i confini dei distretti parrocchiali cittadini, da noi adattato a seguito della soppressione della parrocchia di Sant'Eusebio del 1806, le cui contrade furono distribuite tra la parrocchia della Cattedrale e quella di San Donnino. Tale situazione è valida anche per il periodo da noi rilevato, fatti salvi incrementi urbanistici, e quindi di toponomastica e di numerazione civica, che si sono naturalmente verificati nel corso del tempo trascorso dalla stesura del documento[9].

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Cenni statistici

Nel periodo da noi preso in esame, che copre un arco temporale di 37 anni, dal 1830 al 1866 compreso, per il territorio urbano testé descritto si hanno all'incirca 10.300 nati, con una media annua di 275,7 unità, così distribuite: 151 nella parrocchia della Cattedrale, 82,3 nella parrocchia di San Fedele e 43,2 nella parrocchia di San Donnino. Si evince perciò che oltre la metà della popolazione statistica era costituita da nati nella parrocchia Cattedrale (54,6 %), circa un terzo nella parrocchia di San Fedele (29,8 %) e il rimanente nella parrocchia di San Donnino (15,6 %).
Per quanto concerne il sesso del campione statistico, la percentuale dei nati di sesso maschile è del 50,9 %, quella di sesso femminile è del 49,1 %; più precisamente, la media annuale dei primi è di circa 140 unità, contro le 135 delle seconde, con un saldo attivo maschile di 5 unità e con un rapporto percentuale maschi-femmine pari a 105 a 100 (come nella media demografica storica).
Pur con approssimazione, dalle fonti esaminate è possibile ricavare anche il dato della mortalità infantile - locuzione che allude alla sopravvenuta morte in tenera età, cioè dagli 0 ai 15 anni - che nel periodo considerato raggiunge il numero di 1056 unità. In rapporto ai nati, la percentuale si aggira intorno al 10,25 % e la premorienza maschile è di 962 unità contro le 94 femminili (cioè il 91,1 % delle morti precoci).

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L'immissione dei dati: i criteri

La banca dati è costituita dalla raccolta degli atti di battesimo, a ognuno dei quali è stata assegnata una scheda (un record di File Maker). Tale scheda è l'elaborazione delle notizie storiche rilevate nelle due tipologie di fonti sopra descritte, derivata dall'atto di battesimo ed integrata da quello civile di nascita. Per ogni atto di battesimo vengono riportate luogo, giorno, mese e anno di nascita e di battesimo; le generalità dei genitori - con la relativa ascendenza, domicilio, luogo, data del matrimonio e la professione, se specificata; le generalità dei padrini - con le medesime voci indicate per i genitori; l'indicazione del ministro che ha impartito il sacramento e dell'ostetrica che ha aiutato il parto. Accanto a questa tipologia ordinaria, è possibile completare la scheda con altre variabili che, di volta in volta, sono riferibili, ad esempio, alla premorienza del neonato, al suo successivo matrimonio o al suo stato di illegittimo (cioè se concepito da adulteri o da non coniugati); oltre ad un'ampia gamma di annotazioni relative ad esempio alla presenza di allegati, estratti, aggiunte posteriori ed errori ortografici nel testo, corruzioni di vario tipo nel supporto cartaceo, ecc.
Per ciò che concerne la trascrizione dei testi, ci siamo attenuti ai consueti e principali criteri di edizione[10], in particolare: l'uso delle parentesi quadre [] per la nostra proposta di lettura; l'uso delle parentesi uncinate <> per l'integrazione delle parole certe; l'uso della parentesi tonda () per le annotazioni critiche al testo.
Trattandosi di una banca dati nominativa, si è posta particolare attenzione ai singoli cognomi e alle loro varianti o storpiature, ricercando gruppi derivati dallo stesso ceppo; i gruppi di cognomi sono stati creati riunendo tutte le varianti di un cognome rilevate negli atti; queste sono perciò le varianti probabili e possibili in riferimento alla popolazione statistica analizzata. Esse quindi non hanno valore assoluto, nè finito, ma si intendono derivate da quello spazio temporale e geografico qui considerato.
Per varianti abbiamo inteso comprendere forme linguistiche diverse, anche quelle verificatesi da singoli o ripetuti refusi ortografici del redattore, che tuttavia nel testo assumono una valenza attestata ed evidente (ad esempio Gusmeo-Gusmea, Tettamanti-Tetamanti-Tettamanzi-Tetamanzi).
Per ciò che concerne le indicazioni topografiche o più in generale quelle geografiche, si è seguito il criterio delle pubblicazioni di settore, facendo ampio uso di sigle e abbreviazioni. Innanzi tutto, occorre specificare che i luoghi indicati negli atti sono stati resi nella dizione linguistica contemporanea, e ciò valga anche per la loro situazione geopolitica (comune autonomo o accorpamento di più comuni, provincia di appartenenza, ecc.). Ne consegue che i luoghi vengono inseriti rispettando le attuali gerarchie: se si rileva un luogo che ora è comune autonomo, lo si scrive seguito dalla sigla della provincia di appartenenza es: Cernobbio= Cernobbio (CO); se si rileva un luogo che ora è frazione di un comune autonomo, lo si inserisce seguito dal comune e dalla provincia a cui ora appartiene, es: Casnedo= Casnedo (Cernobbio-CO); nel caso di una località estera, si inserisce semplicemente la sigla di appartenenza, es: Saint'Etienne = Saint'Etienne (FRA).
Per la città di Como abbiamo due tipi di indicazione toponomastica, quella derivante dal Catasto teresiano e quella riferita alla suddivisione parrocchiale; e, dunque, quando il titolo della parrocchia non è accompagnato dall'indicazione topografica completa, è implicita la sua ubicazione nella città di Como, es. Parrocchia di S. Fedele sta per Como, parrocchia di S. Fedele.
All'interno di questa banca dati, se ne possono ritrovare alcune di settore: una per i parroci e sacerdoti - integrata con ricerche nei volumi di Como Sacra (1822-1912) - ed una seconda per le ostetriche.

note

[1] Accanto a questa, tuttavia, per il breve periodo della dominazione francese (1796-1814) si attivò l'anagrafe civile, incompleta e versata attualmente nell'Archivio di Stato di Como.
[2] ASDC, Titolo VIII, Piano di sistemazione delle parrocchie della città e della diocesi (1788), cart. 1. L'ultima trasformazione della giurisdizione parrocchiale risale al 1991, quando le tre parrocchie di San Fedele, Santa Maria Assunta (o Cattedrale) e San Donnino sono state riunite nella "comunità pastorale della città murata di Como", alla quale si è aggiunta ultimamente anche la parrocchia di Sant'Eusebio.
[3] La parrocchia di Sant'Eusebio fu soppressa con decreto napoleonico del 24 giugno 1805 e il 4 novembre 1806 mons. Rovelli Vescovo di Como ne decretò l'aggregazione alla parrocchia della Cattedrale. Infine, il 1° gennaio 1931 per decreto fu ricostituita la parrocchia di Sant'Eusebio. Cfr. La risorta parrocchia di S. Eusebio in Como al primo prevosto cav. don Giovanni Bay Rossi nel giorno del suo ingresso 18 dicembre 1832, Como, Emo Cavalleri, 1932.
[4] La chiesa di San Sisto venne sconsacrata e venduta nel 1866. Fino al 1811 - anno dell'alienazione del fabbricato a privati - apparteneva alla parrocchia di San Fedele anche la chiesa di San Benedetto, sconsacrata all'inizio del XIX secolo e trasformata nel 1873 in edificio civile, della quale si conservano i registri parrocchiali (fino alla soppressione del 1788) nell'Archivio della Collegiata di San Fedele.
[5] La chiesa dei Santi Amanzio e Felice, o del Gesù, costruita dai Gesuiti nella seconda metà del XVI secolo, dopo la soppressione dell'Ordine suddetto divenne filiale della parrocchia di San Fedele e tale rimase fino al 1898.
[6] Nei registri della parrocchia Cattedrale talvolta s'incontrano riferimenti alla cappella episcopale di San Michele Arcangelo, dove si celebravano perlopiù cresime e cerimonie particolari quali le abiure da altre confessioni religiose.
[7] Chiesa sussidiaria, precedentemente facente parte del monastero delle Agostiniane di Santa Cecilia che, dopo la soppressione settecentesca, fu trasformato nel Regio Liceo.
[8] Dal Distretto delle parrocchie della Metropolitana e Città di Como del 1788 in ASDC, Titolo VIII, Piano di sistemazione delle parrocchie della città e della diocesi (1788), cart. 1.
[9] Per l'antica toponomastica cittadina si veda Fabio Cani, I nomi della Città. Guida alla toponomastica antica della Città Murata di Como, Como, Nodolibri 1999.
[10] Cfr. Luigi Schiapparelli, Note paleografiche raccolte a cura di Giorgio Concetti, Torino, Bottega d'Erasmo 1969; Giulio Battelli, Lezioni di paleografia, Città del Vaticano, Pontificia Scuola vaticana di Paleografia e Diplomatica 1939.
Nelle note relative ai genitori e ai padrini, si trova talvolta la parola dominus o domina: si è ritenuto di rendere con queste espressioni le indicazioni d., dno (cioè domino) e d., dna. (cioè domina), che nel testo vengono apposte come titolo onorifico.
Curiosità: nel registro di S. Donnino «Baptizati ab anno 1813 usque ad annum 1872», p. 212 n. 23, s'è riscontrato un nome particolare: Dominusvobiscum Dolcini di Como, padrino del battezzato. Nel registro «Atti di nascita dall'aprile 1828 all'agosto 1842 vol.3 - 4» della parrocchia di San Fedele, atto n.°180 tav. 13, nelle annotazioni si legge la frase: "a questi toccava di pagare il capretto, ma non volle pagarlo".