Confraternita di Nostra Signora del Sacro Cuore di Gesù nella chiesa di San Giorgio in Como <Como, 1874 - ante 1927>.
In occasione della proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione di Maria, l’8 dicembre 1854, alcuni sacerdoti di Issoudun, cittadina della diocesi di Bourges in Francia, primo fra tutti Giulio Chevalier, indicono una novena per richiedere al Sacro Cuore di Gesù, per intercessione della Vergine, la grazia della fondazione di una società di missionari, che verrà istituita con il nome di “Pia Società dei missionari del Sacro Cuore di Gesù”. In ringraziamento, secondo quanto promesso, si inizia la diffusione della devozione sotto il titolo di “Nostra Signora del Sacro Cuore di Gesù”.
Il 29 gennaio 1864 viene eretta canonicamente, sempre a Issoudun, la confraternita omonima, mentre la prima a Roma prende sede nella chiesa di Sant’Andrea al Quirinale l’8 dicembre 1872, innalzata ad arciconfraternita il 5 agosto 1873. Successivamente, l’arciconfraternita si trasferisce nella chiesa di San Venanzio, poi a Sant’Andrea della Valle e da ultimo, il 26 aprile 1879, nella chiesa di Nostra Signora del Sacro Cuore, già chiesa di San Giacomo degli Spagnoli, in piazza Navona, presso i missionari del Sacro Cuore.
Nel 1874, nel corso della predicazione quaresimale nella cattedrale di Como, padre Roberto Menini, cappuccino, porta alla conoscenza dei fedeli la devozione a Nostra Signora del Sacro Cuore di Gesù, chiedendo che anche in diocesi sorga un centro dedicato a questo culto. Si offre il parroco di San Giorgio in Como, Francesco Bayer, e nella sua chiesa viene istituita la confraternita.
Nel giro di qualche giorno si hanno non meno di 17.000 associati e tra i primi iscritti, oltre al vescovo Pietro Carsana, si annoverano l’arciprete di San Giorgio e il canonico Giuseppe Pagani, residente nel territorio della parrocchia, che vengono designati superiori della confraternita.
Per l’inaugurazione si svolge un’imponente festa nella chiesa di San Giorgio, il martedì dopo Pasqua, 7 aprile 1874.
Nei mesi successivi il numero degli ascritti, provenienti dall’intera diocesi di Como, cresce sempre più: 20.000 al 25 aprile, 32.000 al 20 giugno. Tutti i nominativi, come pure quelli che si aggiungono fino all’erezione canonica, sono inviati all’arciconfraternita madre di Issoudun.
Nel marzo 1875 ritorna a Como padre Roberto, portando in dono un’olografia di Nostra Signora del Sacro Cuore con in braccio Gesù Bambino.
Solo due anni dopo – don Nicomede Borsotti nella ricostruzione delle origini del sodalizio (non è ancora vicario di San Giorgio) non spiega il motivo di questo ritardo – viene richiesta l’erezione canonica. Con decreto di Pietro Carsana, datato 4 marzo 1876, si istituisce la confraternita, unita all’arciconfraternita di Roma, da cui riprende le regole e lo statuto. Al contempo, viene aperto un registro degli ascritti, che non è pervenuto, dal momento che non serve più inviare i nomi all’arciconfraternita di Issoudun.
Dopo una prima statua in gesso, nel 1875, a seguito dell’intervento di Pio IX sull’immagine che si chiede di diffondere, si commissiona una statua in marmo allo scultore Giuseppe Bayer, fratello dell’arciprete. Tramite il canonico Giuseppe Pagani, che è anche fabbriciere di San Giorgio, il bozzetto della statua viene presentato a Pio IX, perché l’approvi, oltra a benedire lo scultore e quanti contribuiscano alle spese.
Il 3 agosto 1876 il papa vede la cartelletta con la supplica e due immagini e, sotto una delle due, scrive di proprio pugno un inno dell’Ave Maris Stella, immagine che si incornicia e si appende, insieme al quadro con il decreto di erezione, nella cappella di Nostra Signora in San Giorgio, già dedicata a San Thomas di Canterbury.
Ininterrotto comincia a essere il flusso di ex voto, per i quali, solo nel 1893, si tiene registrazione in un elenco descrittivo. Vengono donati paramenti, offerte in denaro e la raggiera metallica dorata, frutto di una colletta di 10 centesimi per settimana, raccolti fra i parrocchiani, anche i più poveri, e messa in esecuzione il 28 aprile 1885.
Feste ordinarie e feste straordinarie accompagnano la devozione, mentre la festa annuale in onore di Nostra Signora è fissata per la prima domenica di maggio, sostituita con la seconda domenica, sempre di maggio, a partire dal 1887.
Al 3 maggio 1885 gli ascritti salgono a 18.831, ai quali si devono aggiungere gli oltre 32.000 nominativi inviati a Issoudun, prima dell’erezione canonica.
Nel frattempo, intorno al 1882, per sostenere la confraternita, dato che gli ascritti non sono tenuti a versare una quota, né all’ingresso, né annuale, ma anche per consolidare la devozione, vengono istituite le figure degli zelatori e delle zelatrici.
L’associazione risulta ancora attiva nei primi due decenni del Novecento (ad essa sono riconducibili chiaramente un registro contabile e relative pezze giustificative fino al 1920 circa), ma già nel questionario della visita pastorale del 1927 don Borsotti, divenuto arciprete di San Giorgio, non ne segnala più la presenza. Questo non significa il venir meno della devozione a Nostra Signora del Sacro Cuore.
Non sempre, però, come ne è esempio la documentazione archivistica, si tiene conto della distinzione tra quella che è l’attività del sodalizio e le manifestazioni di culto.
Anche la definitiva collocazione del gruppo marmoreo, per volere del vescovo Alfonso Archi, nell’abside della chiesa, che viene riadattata nel 1925, è gestita dalla parrocchia e dalla fabbriceria di San Giorgio, come già l’importante festa per l’incoronazione della statua nel 1919, ex voto in ringraziamento per la fine della guerra e la riconquistata pace, è ascrivibile non alla confraternita, anche se compare ancora in alcune fatture, ma ai comitati d’azione parrocchiale e diocesano.
Prosegue pure, almeno fino agli inizi degli anni Cinquanta, l’Opera pia della messa quotidiana perpetua, nata come espressione della confraternita tra la fine del 1884 e il luglio 1885, con lo scopo di garantire la celebrazione della liturgia eucaristica quotidiana presso l’altare di Nostra Signora.
Da ultimo, le cronache della confraternita redatte dall’arciprete Borsotti terminano pochi anni prima della sua morte, nel 1934, ma, anche in questo caso, se all’inizio comprendono eventi della confraternita, con il trascorrere degli anni diventano sempre più la narrazione del culto a Nostra Signora del Sacro Cuore di Gesù.
L'archivio della confraternita, distinto da quello della parrocchia di San Giorgio in Como, si è conservato solo in parte.
Dalla descrizione dettagliata della sua consistenza e della sua ubicazione, riportata nella Cronaca sull'origine del sodalizio, si desume che, alla fine del 1894, vi erano due cartelle, «per ora», riportanti «propria iscrizione a tergo», collocate nell'armadio dell'archivio parrocchiale presso lo studio della casa dell'arciprete. In un armadio proprio in sacrestia, «quasi unicamente riservato alla confraternita», invece, si trovavano «per maggior comodità» i registri dell'«associazione, della messa e della lampada perpetua», oltre a pagelle, immagini, libretti, medaglie, corone. Sempre in questo secondo armadio vi era la collezione degli «Annali di Nostra Signora» dal 1886, il libro della Cronaca dal 1885 e gli ex voto.
Seguendo questa suddivisione, il fondo archivistico è costituito da due serie.
La prima raccoglie i fascicoli riguardanti l'istituzione e l'attività dell'associazione, quanto rimane, si presume, delle due cartelle presenti alla data del 1894 (busta 1, fascc. 1-18), i cui faldoni originali non sono stati mantenuti. In aggiunta, vi sono solo altri due fascicoli successivi, uno per il venticinquesimo di fondazione e un inventario del 1907.
Nella seconda serie sono inseriti i registri -anche in questo caso alcuni sono andati persi -, precisamente uno di cassa, quattro di cronistoria, un'effemeride di messe e due fascicoli con le pagelle per la sottoscrizione alle opere pie dalla confraternita, una a sostegno dell'acquisto e del mantenimento della lampada che ardeva di fronte al simulacro di Nostra Signora del Sacro Cuore, l'altra per la celebrazione eucaristica quotidiana all'altare di Nostra Signora.
Anche la collezione del periodico «Annali di Nostra Signora» non è stata conservata. Si hanno solo alcuni numeri (busta 1, fasc. 2), che riportano articoli sul sodalizio di San Giorgio o su argomenti ritenuti di qualche interesse.