Archivi parrocchiali della diocesi di Como



La diocesi di Como comprende attualmente 338 parrocchie.
Esse sono distribuite fra quattro diverse province amministrative civili: l'intero territorio di Sondrio, gran parte di quello di Como, solo alcune località in provincia di Varese e di Lecco (i restanti comuni delle province di Como, Varese e Lecco sono compresi nella giurisdizione ecclesiastica dell'arcidiocesi di Milano).
Per sapere se una parrocchia appartiene alla diocesi di Como, occorre verificare l'ELENCO riportato sul sito diocesano.

Gli archivi storici delle parrocchie sono accessibili se presentano un parziale ordinamento e sono consultabili fino al periodo dell'episcopato di Alessandro Macchi (1930-1947).







ACCESSO AGLI ARCHIVI STORICI PARROCCHIALI

Con approvazione  di S.Em. card. Oscar Cantoni, vescovo di Como, in data 2 dicembre 2024, è entrato in vigore, a partire dall'8 dicembre, il Regolamento dell'archivio storico delle parrocchie della diocesi di Como, con annessa modulistica, e il Vademecum per la sicurezza degli archivi.

Scarica: Materiale a disposizione dei parroci per la gestione degli archivi
 
RISORSE PER CONOSCERE GLI ARCHIVI PARROCCHIALI

Censimenti degli archivi parrocchiali

Un censimento degli archivi storici parrocchiali è stato attuato limitatamente alle parrocchie collocate nelle province di Como e di Sondrio.
  1. Provincia di Sondrio
    I dati del censimento di 146 archivi storici, realizzato nel 1994-1995 nell'ambito delle iniziative finanziate con la "Legge Valtellina", sono disponibili on line QUI.
  2. Provincia di Como
    I dati del censimento di 148 archivi storici, attuato nel 2002 su iniziativa dell'Amministrazione provinciale di Como, con l'apporto della Regione Lombardia e d'intesa con le diocesi di Milano e di Como, sono stati riportati sul sito SIUSA (Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche) QUI.

Iniziative di riordino e valorizzazione degli archivi parrocchiali
  1. Provincia di Sondrio
    Una serie di interventi di riordino sono stati attuati, soprattutto negli anni successivi al censimento, sia per iniziativa di singoli parroci, sia per iniziativa della diocesi.
    In particolare, va menzionata l'iniziativa del riordino sistematico degli archivi parrocchiali collocati nel territorio della Comunità Montana Valtellina di Sondrio, corrispondente, sostanzialmente, a quello delle tre antiche pievi di Sondrio, Berbenno e Tresivio, intrapresa mediante convenzione, in un primo tempo fra la diocesi di Como e la Comunità montana Valtellina di Sondrio, quindi tra la Fondazione - Cento studi "Nicolò Rusca" e la medesima Comunità montana.
    Con progetti avviati per iniziative diverse, comunque seguiti anche dall'archivio diocesano, si è reso disponibile un caso unico, in valle, di archivio confraternale, quello dell'Assunta di Morbegno, ed è già stata realizzata la regestazione del fondo membranaceo più consistente di tutta la diocesi, quello dell'archivio capitolare di Chiavenna, forte di oltre 1000 pergamene, risalenti fino al secolo XI.
     
  2. Provincia di Como
    Nell'ambito di alcuni progetti gestiti dalla Fondazione "Nicolò Rusca" negli anni 2001-2002, è stata prodotta una banca-dati degli atti di battesimo delle tre parrocchie comprese nell'antica cerchia delle mura cittadine di Como: Santa Maria Maggiore (cattedrale), San Fedele, San Donnino, relativamente al periodo cronologico dal 1830 al 1866. Sono stati inseriti dati riguardanti i battezzati, i genitori, i padrini, le ostetriche, i preti, le chiese, ecc.
    La banca-dati è consultabile QUI.
    Sono stati riordinati e inventariati gli archivi parrocchiali di:
    - Parrocchia di San Giorgio in Como → inventario QUI
    - Parrocchia di Sant'Anna presso l'ospedale Sant'Anna in Como → inventario QUI

COSA POSSO TROVARE NEGLI ARCHIVI PARROCCHIALI?

Gli archivi parrocchiali conservano materiale documentario di fondamentale importanza per la conoscenza, non soltanto della storia religiosa, ma, più in generale, delle famiglie, dell'organizzazione sociale, dell'economia, della cultura delle comunità locali. Ciò a partire già dal Medioevo (secc. XIII-XIV), soprattutto grazie ai fondi pergamenacei conservati.
Per i secoli dal XVI al XIX, inoltre, gli archivi parrocchiali sono gli unici dotati di registrazioni anagrafiche.
Annessi agli archivi parrocchiali esistono talora anche consistenti e significativi fondi librari antichi, spesso provenienti da case religiose soppresse o da fondi di parroci e privati.


I tipi di materiali conservati negli archivi parrocchiali risultano, anche ad un primo sguardo, fondamentalmente distinti tra quelli propri alla parrocchia (amministrazione, culto, anagrafe sacramentale, rapporti con autorità ecclesiastiche e civili, ecc.), e quelli prodotti dalla fabbriceria e dalle varie confraternite laicali. Se la documentazione propriamente parrocchiale viene a prodursi, cronologicamente, a partire dall'istituzione della parrocchia a seguito del concilio di Trento (1545-1563), l'attività delle confraternite laicali poteva anche essere precedente e resterà in seguito spesso indipendente dall'istituto parrocchiale, così come autonoma sarà la Fabbriceria, nata con le Riforme napoleoniche, per amministrare sotto il controllo dello Stato le proprietà delle comunità ecclesiastiche locali. Queste due istituzioni di carattere spiccatamente laicale, in buona parte concorrenziali alla parrocchia affidata alla responsabilità del clero, furono con il tempo tendenzialmente - anche se diversamente a seconda delle specifiche situazioni locali - concentrate nell'unico organismo parrocchiale: le confraternite trasformandosi in semplici associazioni parrocchiali senza amministrazione e gestione propria, le fabbricerie finendo con l'essere soppresse alla metà del secolo XX.
Elemento caratteristico della documentazione parrocchiale sono le serie dei registri per i sacramenti; anch'essi istituti all'indomani dell'assise tridentina per la sistematica annotazione del "movimento d'anime", tra battesimo, matrimonio e morte, e per la periodica descrizione dello "stato d'anime", distinte per famiglie, case e quartieri, all'interno del territorio parrocchiale. Si costituisce in tal modo di fatto, pur a partire da preoccupazioni prettamente pastorali, un'anagrafe locale che precede di tre secoli quella introdotta dopo la Rivoluzione Francese. Oltre ad osservare la presenza normalmente regolare e continuativa di tali registri in pressoché tutti gli archivi parrocchiali - in quanto questo tipo di documentazione risultava più immediatamente utile ed era più frequentemente soggetta a controllo -, possiamo anche individuare un certo numero di casi di "anticipazione" degli stessi decreti tridentini in proposito.